Documento delle Segreterie Nazionali Fim Fiom Uilm sullo stato della trattativa per il rinnovo contrattuale Federmeccanica e Assistal

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Documento delle Segreterie Nazionali Fim Fiom Uilm

sullo stato della trattativa per il rinnovo contrattuale Federmeccanica e Assistal

  

 
Ieri, 7 ottobre 2020 la delegazione Federmeccanica – Assistal si è assunta la responsabilità di aver interrotto la trattativa per il rinnovo contrattuale. L’intransigente posizione delle Controparti ha bloccato la prosecuzione della trattativa perché ha condizionato la prosecuzione del negoziato nelle giornate di oggi, 8, di mercoledì 14 e giovedì 15 alla revoca dello stato di mobilitazione che la delegazione sindacale aveva appena proclamato.

 
I metalmeccanici hanno difeso un interesse generale del Paese difendendo l’industria e l’occupazione, la salute e la sicurezza, il contratto nazionale. Federmeccanica e Assistal devono riconoscere il valore dei lavoratori.
Fim, Fiom e Uilm, hanno dichiarato l’apertura della mobilitazione in conseguenza della posizione assunta da Federmeccanica e Assistal sugli aspetti retributivi dopo la mancanza di aperture significative sugli aspetti normativi.

 
La crisi del negoziato è stata determinata dalla posizione datoriale che confermava il meccanismo di rivalutazione dei minimi contrattuali solo sulla base dell’IPCA a consuntivo, così come definito in via sperimentale nel CCNL 2016 è un elemento assai critico rispetto alle richieste della piattaforma sindacale.

 
Non è stato l’unico motivo di difficoltà: nel corso del negoziato, iniziato il 5 novembre 2019, che – ovviamente – ha risentito della pandemia Covid19, sono stati svolti 13 incontri nei quali sono stati discussi molte richieste sindacali, ma che non hanno prodotto neppure un documento scritto sui temi discussi sul quale far avanzare positivamente il negoziato.

 
Sui temi affrontati nel corso degli incontri che si sono sviluppati da metà settembre a oggi: Salute e sicurezza sul lavoro, formazione, politiche attive e strumenti di gestione della crisi, mercato del lavoro e appalti, sono state rappresentate le specifiche e reciproche posizioni, ma non c’è stata mai una vera trattativa con la ricerca di convergenze e aggiustamenti reciproci che Federmeccanica e Assistal non hanno mai perseguito nel negoziato in corso.

 
Altri temi: Inquadramento, Orari di lavoro e Diritti personali non sono stati neppure affrontati a causa dell’irresponsabile e provocatoria richiesta di non procedere – dopo 11 mesi di negoziato e dopo 9 mesi di vacanza contrattuale – a una prima forma di mobilitazione, lo sciopero delle prestazioni straordinarie e delle flessibilità.

 

Senza contare che – già da prima della pandemia – la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici era difficile sul piano economico e occupazionale: da un lato i salari più bassi di Europa, che inoltre subiscono un insostenibile prelievo fiscale, dall’altro le tante crisi industriali provocate per lo più dalle scelte delle imprese che volevano e vogliono tutt’ora delocalizzare o far pagare il costo solo ai lavoratori.

  
Anche sullo “smart working”, che ha aiutato parte delle imprese e parte dei lavoratori a superare – con minori danni possibili – la lunga emergenza sanitaria, che era tema della piattaforma ma che – alla luce di quanto accaduto – ha assunto ancora maggior valore, la posizione della Controparte è stata la stessa: nessuna apertura reale di negoziato.

 
Data la difficile situazione del settore, in questa trattativa il comportamento di Fim-Fiom-Uilm e delle lavoratrici e dei lavoratori è stato molto paziente e responsabile. Siamo disponibili a riprendere anche da oggi il negoziato, ma questo deve avvenire su presupposti e merito totalmente diversi da quelli assunti da Federmeccanica e Assistal.

 
Dopo 9 mesi dalla scadenza del contratto non possono pensare di eludere il confronto sui temi normativi che rispondono ai bisogni dei lavoratori, di offrire meno di 40 euro di aumento contrattuale (sempre che l’IPCA vada secondo le previsioni) e di pretendere che di fronte a tutto questo non ci sia la mobilitazione per tutelare l’occupazione e difendere il contratto nazionale.

 
Per questo le Segreterie Nazionali di Fim, Fiom e Uilm chiedono di svolgere attivi dei delegati, assemblee con sciopero di due ore in azienda– sempre nel rispetto delle norme anti Covid19 – e proclamano lo sciopero di 4 ore per il 5 novembre 2020, a un anno esatto dell’apertura del negoziato.

 
Roma, 8 ottobre 2020

 
Le Segreterie Nazionali Fim Fiom Uilm