Almaviva Green, per un’informatica a basso impatto ambientale

Almaviva Green, per un’informatica a basso impatto ambientale

da iMec |giornale metalmeccanico| www.imec-fiom.it

di Ettore Torreggiani
delegato Fiom Almaviva

Eravamo fermi da più di un anno su una trattativa di armonizzazione. O meglio la trattativa era praticamente chiusa e dovevamo solo definire l’entità del premio di risultato (PdR). Era il 2008 e cominciava ad avvicinarsi la crisi, che nelle aziende d’informatica si sarebbe fatta sentire con qualche anno di ritardo. Ma già si cominciava a «tirare la cinghia ». Ed è in questo contesto che è nata la nostra idea.

Siamo nel Gruppo Almaviva, oltre 20.000 dipendenti di cui 3.000 in Almaviva spa, multinazionale italiana dell’Ict, contratto metalmeccanico, Rsu con un’impronta fortemente unitaria a maggioranza Fiom.
I numeri non ci aiutavano, bastavano due conti per capire che qualsiasi risparmio non poteva essere sufficiente per un PdR presentabile ai lavoratori. Ci siamo rivolti allora ad Alberto Castagnola, economista della decrescita, impegnato da sempre nei movimenti e con un passato da collaboratore del sindacato e precisamente della Fiom. È lui che ci ha detto che inseguendo solo una politica di risparmi energetici «perdete prima di cominciare» e ci ha convinto a elaborare un progetto complessivo che reindirizzi la politica industriale aziendale verso un’informatica sostenibile e a basso impatto ambientale.
Per noi si trattava di un mondo completamente nuovo, dovevamo cominciare a studiare e imparare cose che avevamo sentito solo nei cortei, ma alla fine, nella primavera del 2009, abbiamo presentato all’Ad, con i coordinatori nazionali di Fim, Fiom e Uilm, il progetto Almaviva Green che si articola su tre livelli di intervento:

  1. Almaviva Azienda Green – Promuovere modelli comportamentali e interventi organizzativi su impianti e logistica per ridurre l’impatto ambientale e realizzare risparmi sia energetici che economici.
  2. Almaviva per l’Informatica Ecocompatibile – Progettare e realizzare architetture, sistemi e servizi IT secondo principi di efficienza energetica, per garantire condizioni di risparmio energetico all’utente.
  3. Almaviva Soluzioni IT per l’Ambiente – Valorizzare e sviluppare esperienze, competenze e tecnologie per la creazione di una rinnovata offerta commerciale in campo ambientale.

Nel frattempo anche l’azienda aveva iniziato a valutare un intervento di monitoraggio e razionalizzazione dei consumi e dopo qualche mese nasce il Green Team, un gruppo di lavoro formato da delegati Rsu e strutture aziendali impegnate nella realizzazione del progetto attraverso una Road Map che stabilisce tempi d’intervento e responsabilità.
In tre anni (2010–2012) l’insieme degli interventi ha ridotto del 60% i consumi energetici pro-capite (luce e gas) pari a -2.300 tonnellate equivalenti di Co2; sono stati avviati a raccolta differenziata oltre 30 kg/persona di carta e cartone e 7,1 kg/persona di plastica.
L’installazione delle stampanti di piano e dei beverini per il trattamento e l’erogazione dell’acqua potabile ai piani e a mensa hanno dimezzato il consumo di carta e risparmiato circa un milione di bottiglie di plastica in un solo anno. La virtualizzazione dei sistemi di elaborazione dati ha permesso di triplicare la potenza di calcolo abbattendo del 45% i consumi di energia. Infine è stata sviluppata una piattaforma di monitoraggio dei consumi energetici che è entrata a far parte dell’offerta commerciale dell’azienda.
Sotto il profilo strettamente sindacale abbiamo ottenuto che il 25% del PdR fosse legato a obiettivi di efficientamento energetico e l’insieme delle iniziative ha permesso un notevole salto di qualità nelle relazioni industriali.
Questa è, in sintesi, la storia della nostra esperienza.

All’inizio non è stato facile trasmettere la necessità di assumere un paradigma diverso, rompendo ruoli e schemi della pratica sindacale. Le difficoltà sono poi aumentate con il manifestarsi della crisi economica e il contrarsi degli investimenti, ma noi abbiamo sempre cercato di spostare in avanti l’orizzonte del progetto. La crisi oggi richiede la definizione di un nuovo modello di sviluppo fondato sulla salvaguardia dell’ambiente, sulla progettazione di prodotti ecocompatibili e riciclabili e su una mobilità sostenibile. È su queste sfide che l’intero movimento sindacale è chiamato a una forte assunzione di responsabilità per superare il corto circuito tra sviluppo, salute e tutela ambientale. Ed è proprio con questo spirito, un po’ megalomane e un po’ visionario, che abbiamo iniziato a tenere corsi di formazione per delegati sindacali «ecosostenibili», perché crediamo che questo processo o è «dal basso» o non è.

Oggi, dopo sei anni, il nostro modo di essere e fare sindacato è molto cambiato; abbiamo superato diffidenze e resistenze, ci siamo confrontati con movimenti e associazioni ambientaliste, abbiamo appreso linguaggi e percorso sentieri che difficilmente riuscivano a incrociare la pratica sindacale.
Soprattutto abbiamo capito che questi due mondi non potranno più ignorarsi e che la devastante crisi di oggi può essere un’occasione formidabile per un modello di sindacato che sappia rilanciare contrattazione di prospettiva, protagonismo e partecipazione.

tratto da iMec – giornale metalmeccanico
Periodico della Fiom-Cgil – anno IV – numero 6
www.imec-fiom.it

—> scarica qui iMec_6_2015 (pdf – 4 mb) <—

Nello stesso numero:
– Coalizziamoci per difendere e rilanciare l’Ict – di Roberta Turi, Segreteria nazionale Fiom
– Se il Project Manager è pagato come un commesso – di Eliana Como
– Microelettronica: puntare in alto per non affondare – di Boris Di Felice e Marco Volpi
– Caserta, da terra promessa delle tlc a deserto industriale – di Amedeo La Peruta
– Installazioni telefoniche, il passato è in linea – di Michele Iandiorio
– Alcatel-Nokia, concentrazione a perdere – di Giuseppe Bergamaschi e Umberto Cignoli
– Almaviva Green, per un’informatica a basso impatto ambientale – di Ettore Torreggiani
– «Entra in Fiom»: sapessi come è strano sindacalizzare Milano – di Marcello Scipioni e Marco Mandrini