RSU Finsiel – Comunicato di lunedì 10 ott 2005

PRIMARIAMENTE

 

Tre domande sul LAVORO ai candidati alle primarie del centrosinistra

Poiché crediamo che le primarie debbano diventare un’occasione per parlare di contenuti e di programmi concreti e non risolversi in una gara d’immagine tra i candidati, vi sottoponiamo alcune questioni che ci riguardano molto da vicino e che, secondo noi, hanno una rilevanza generale per tutto il mondo del lavoro.

 

Prima di tutto la nostra storia, in breve.

Fino a poco tempo fa il gruppo Finsiel, servizi informatici ex-Telecom, contava più di 8.000 dipendenti. A giugno 2005, dopo quattro anni di “cura Tronchetti Provera a base di mobilità, dismissioni di società e scorpori di rami d’azienda, ridotto a 3.500 dipendenti, è stato ceduto a Cos, il gruppo di call center dell’ingegner Alberto Tripi, 12.000 dipendenti, in grande maggioranza precari. Atesia, il più grande call center d’Italia, aveva seguito lo stesso percorso, passando da Telecom a Cos nel luglio 2004.

Con la sequenza di scioperi e manifestazioni degli ultimi mesi i lavoratori del gruppo Cos-Finsiel stanno dicendo un chiaro NO a comportamenti aziendali che si rifanno ai peggiori modelli del passato: da una parte (Cos-Atesia) precarietà diffusa, ricatti, licenziamenti individuali e cassa integrazione; dall’altra (gruppo Finsiel) nessun piano industriale, nuove dismissioni incombenti e disdetta unilaterale degli accordi aziendali.

E non stiamo parlando di una piccola azienda locale ma del più grande gruppo di servizi ICT in Italia, con sedi e società distribuite su tutto il territorio nazionale.

 

Prima domanda: COME SI CONTRASTA IL DECLINO?

Con una premessa sul rapporto tra impresa e politica: noi crediamo che la politica debba richiamare le imprese alle responsabilità derivanti dall’impatto sociale delle loro scelte. Infatti se la politica non ha voce e rinuncia a questo ruolo allora diventa difficile, spesso impossibile, rimediare ai danni provocati da logiche d’impresa che non guardano alla società ma solo agli interessi della proprietà e degli azionisti.

Per quanto riguarda la domanda è chiaro che, per noi, essa si collega al tema del ruolo pubblico e cioè a come possa essere sostanziato e indirizzato oggi l’intervento pubblico in economia.  E, più in particolare, a come si possa presidiare – sia dal punto di vista industriale che culturale – il campo dell’innovazione tecnologica, le cui conoscenze e risorse possono, se correttamente orientate, dare anche un contributo importante allo sviluppo dei diritti di cittadinanza e dell’integrazione sociale.

 

Seconda domanda: MODIFICARE O ABROGARE LA LEGGE 30?

Il problema del rapporto tra impresa e lavoro, secondo noi, è strettamente collegato al tema precedente. In questi anni il modello dominante nelle imprese italiane è stato quello della competizione sui costi. La legge 30 è stata ed è il principale strumento giuridico di sostegno a questo modello, favorendo la proliferazione massima dei contratti di lavoro atipici e consentendo la liberalizzazione selvaggia dello scorporo di ramo d’azienda. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: precariato, degrado industriale, incertezza sociale. Per questo è urgente sapere quali sono gli interventi concreti da realizzare per ridare dignità al mondo del lavoro.

 

Terza domanda: SERVE O NO UNA LEGGE SULLA RAPPRESENTANZA NEI LUOGHI DI LAVORO ED E’ GIUSTO O NO CHE I LAVORATORI POSSANO VOTARE SUGLI ACCORDI CHE LI RIGUARDANO?

Sul tema della democrazia nei luoghi di lavoro si è gia perso troppo tempo. Dal nostro punto di vista il problema può essere affrontato positivamente solo se si riconosce il principio che la rappresentanza e la verifica democratica sono diritti generali e non semplici opzioni da lasciare alla libera (?) contrattazione tra le parti sociali.  

 

Economia e politica, impresa e lavoro dipendente, democrazia nei luoghi di lavoro. Sono questi i temi su cui vi invitiamo a rispondere e che vorremmo vedere, con la giusta priorità e con una chiara definizione, nel programma elettorale dell’Unione, indipendentemente dal futuro candidato premier.

 

Per finire, un auspicio. Se condividete la rilevanza e l’urgenza dei temi che vi abbiamo sottoposto e la criticità della nostra come di tante altre analoghe situazioni, allora non aspettate la prossima legislatura ma intervenite da subito per evitare che gli attuali problemi si radicalizzino ancor di più.

 

Coordinamento nazionale RSU gruppo Finsiel (www.rsufinsiel.it)