RSU Finsiel – Comunicato di giovedì 17 feb 2005

FINSIEL IN VENDITA

 

Poco più di due mesi fa Telecom ha annunciato la decisione di abbandonare l’informatica e ha messo all’asta il gruppo Finsiel (14 aziende, più di 4.000 dipendenti), che ancora rappresenta la più importante realtà industriale del settore IT. In questi giorni i concorrenti rimasti in gara stanno formalizzando le offerte finali che saranno valutate da Telecom per poi proclamare il vincitore.

 

SCOMMETTIAMO CHE …

 

… la trattativa si concluderà con la vittoria del gruppo COS di Alberto Tripi (1)

 

… vari esponenti della maggioranza proveranno a sostenere la tesi che “COS+Finsiel” rappresenta la realizzazione del tanto sospirato Polo Informatico Nazionale (2)

 

… Alberto Tripi dovrà chiedere aiuto ad altri finanziatori, più o meno occulti, perché il gruppo COS ha una dimensione economica troppo ridotta per acquisire il gruppo Finsiel ricorrendo solamente alle proprie risorse (3)

 

… la situazione del mercato dei servizi IT in Italia è tale che l’acquisizione di Finsiel da parte di COS, non sostenuta da fondate prospettive economiche e industriali, è determinata da interessi di natura diversa e suscita quindi forti dubbi e gravi preoccupazioni (4)

 

… chi ricaverà il massimo beneficio da tale operazione sarà certamente la Telecom di Marco Tronchetti Provera che, dopo aver devastato e saccheggiato finanze e risorse del gruppo Finsiel, si accinge a smantellare anche gli ultimi pezzi rimasti per intascare la rata finale del bottino (5)

 

C’è qualcuno, nel mondo politico e nelle istituzioni, che vuole scommettere con noi contro questa operazione così dannosa per le prospettive di un settore strategico per il Paese?

 

RSU Finsiel

Note aggiuntive per scommettitori avveduti e consapevoli

 

(1)   All’inizio erano tante le aziende in gara per l’acquisizione del gruppo Finsiel ma dopo la rinuncia di Engineering, IBM, Siemens e HP sono rimaste solo in tre: EDS, Accenture e COS. Nella prima fase l’offerta più alta sarebbe stata quella di EDS (oltre 300 milioni di euro) con COS nettamente distanziata (meno di 200 milioni) ma nella fase successiva – della consultazione documentale, in gergo “data room”, appena conclusa – i buoni rapporti con Telecom e con tanta parte del mondo politico, unitamente ai cambiamenti di scenario derivanti dalle vicissitudini finanziarie di Banksiel, hanno rilanciato la posizione dell’ingegner Tripi: la trattativa non è ancora chiusa ma tutti danno il gruppo COS come sicuro vincitore.

 

(2)   Le prime voci in realtà si sono già sentite (il ministro Giovanardi, il sottosegretario Sacconi) ma basta avere un po’ di memoria per capire che qualcosa non va. Fino a pochi mesi fa infatti il Governo perseguiva un obiettivo ben diverso e, tramite il Ministro Marzano, aveva affidato a Bruno Ermolli (Synergetica) il compito di individuare le linee di sviluppo di un futuro Polo Informatico Nazionale, coinvolgendo le principali imprese del settore: Finsiel Engineering, Elsag, Datamat, Enel.it,… Di quello studio non c’è alcuna traccia. Intanto però Bruno Ermolli è ricomparso, stavolta come consulente al servizio di Telecom, con l’incarico di officiare la dismissione di ciò che resta del gruppo Finsiel. Superfluo notare che gli altri soggetti industriali nazionali sono tutti fuori gioco, lasciando il campo a COS, un operatore non propriamente informatico, attivo nel settore marginale dei call center.

 

(3)   Il gruppo COS (210 milioni di fatturato, ma prima di acquisire Atesia nel 2004 arrivava appena a 130) si accingerebbe a prendere il controllo del gruppo Finsiel (che ne realizza 670), sborsando una cifra di circa 300 milioni di euro!

 

(4)   Se quello informatico fosse un settore in forte crescita si potrebbe comprendere l’estremo azzardo dell’operazione ma così non è.  Anche l’informatica infatti vive una fase di stagnazione, ancora non si intravedono segnali di ripresa e sarebbe difficile per chiunque immaginare di recuperare rapidamente un investimento di tale portata. E’ legittimo quindi chiedersi se per Tripi e per i suoi soci finanziatori l’operazione Finsiel non sia piuttosto legata ad altre ragioni (non ultime, forse, le ambizioni politiche dello stesso Tripi) e a una mescolanza di opachi interessi (non ultimi, forse, quelli di Telecom di fare cassa).

 

(5)   Telecom non è nuova alla strategia di appoggiarsi ai propri fornitori (HP, Accenture, TNT,…) per dismettere  interi comparti di attività. Anche COS, prima con Atesia e ora con Finsiel, sembra entrare a pieno titolo in questo discorso. Rispetto al caso Finsiel però COS non può essere presentato come un operatore qualificato del settore. Forse è anche per questo motivo che Telecom (con Ermolli) continua a ostacolare la convocazione del tavolo di  confronto richiesto dal sindacato e sollecitato dal Ministro delle Attività Produttive in ottemperanza agli impegni assunti dalla Presidenza del Consiglio. Per impedire o almeno per rallentare la convocazione del tavolo al Ministero la Telecom (per bocca di Ermolli?) è arrivata a spacciare notizie imprecise sui tempi della trattativa, dimostrando scarso rispetto non solo della dialettica sindacale ma anche delle istituzioni. In questo comportamento di Telecom si nota una curiosa coincidenza con lo “stile” di Tripi nell’attualissimo caso della COS.Med di Catania, che non si è mai presentata agli incontri ripetutamente convocati dalle istituzioni locali.

 

Le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Finsiel in lotta, insieme a Fim, Fiom e Uilm, chiedono il congelamento della trattativa di vendita

e l’apertura immediata del tavolo di confronto istituzionale.

 

(distribuito giovedì 17 febbraio dai delegati RSU Finsiel davanti al Parlamento)