I NUMERI HANNO LA TESTA DURA! (parte seconda)

 

I NUMERI 

HANNO LA TESTA DURA!

(parte seconda)

    

Analizziamo le principali voci evidenziate nel comunicato precedente

   

Costi per servizi professionali (includono sia il costo delle esternalizzazioni che quello delle consulenze)

I costi complessivi per i servizi professionali erano già in forte crescita nel 2018 (+34,2%) e hanno continuato a crescere allo stesso ritmo anche nel 2019 aumentando, in proporzione, molto più dei Ricavi (Ricavi totali +15,6%, Servizi professionali +33,4%).

La quota maggiore è dovuta alle esternalizzazioni: nel 2018, a fronte di una spesa complessiva di 95 milioni, quella per le sole esternalizzazioni ammontava a 65 milioni di euro (per il 2019 non ci sono dati disponibili).

Sempre nel 2018, il loro costo medio annuo per FTE è stato di 57mila euro, con notevoli differenze tra le aree aziendali (Divisione Transportation = 68mila; Divisione IT (media) = 49mila).

Per il 2019, fatta salva la forte crescita del volume di attività a costi più contenuti affidate ad Almaviva Digitaltec l’aumento delle esternalizzazioni sembra essere in linea con l’andamento complessivo dei servizi professionali, dovuto in larga parte all’aumento delle attività dei contratti SPC (in particolare per alcune aree, come ad esempio PAL e Difesa).

Per quanto riguarda le consulenze non abbiamo dati disponibili ma sarebbe interessante conoscerne l’entità della spesa, la loro tipologia e la focalizzazione sulle diverse aree aziendali.

Costi per il personale (includono sia il costo per i dirigenti che quello per i dipendenti e sono relativi alla retribuzione lorda, comprensiva dei contributi assistenziali e previdenziali)

Di fronte ad un aumento dei Ricavi pari al 15,6%, i costi per il personale salgono, in proporzione, solo del 9,1%; è un incremento superiore sia a quello sia dell’organico (+6,2%) che a quello del totale di FTE (+4,2%) (dati al 31/12/2019).

L’aumento dei costi per il personale nel 2019 (da 185 a 202 milioni, + 17 milioni circa, pari al + 9,1%) dipende solo in minima parte da aumenti dovuti alla contrattazione (aumenti CCNL dal 1 luglio 2019, fine della sospensiva dal 1 aprile 2019) che si attestano (stima) tra i 3,5 e i 4 milioni; la parte rimanente (circa 13 milioni) è dovuta principalmente ai passaggi di livello, agli aumenti discrezionali per impiegati e quadri e ai premi (MBO) e agli avanzamenti di carriera dei dirigenti, oltre ovviamente alla crescita dell’organico (nel 2019 ci sono state 320 assunzioni, di cui solo 60 apprendisti, a fronte di 159 dimissioni) come dettagliato nella seguente tabella:

 

Organico al 31/12

2019

2019/2018 (%)

2018

Dirigenti

127

+ 8,5%

117

Quadri

669

+ 7,4%

623

Impiegati (tra cui gli apprendisti)

2.775

+ 3,6%

2.678

Totale Dipendenti

3.571

 

3.418

Lavoratori somministrati

66

 

7

Totale Organico

3.637

 

3.425

  

Inoltre, integrando i dati della tabella con quelli del Rapporto Pari Opportunità, si può stimare, con buona approssimazione, che i dirigenti (pari al 3,5% dell’organico totale) incidono per circa 19,5 milioni di euro sui costi per il personale (pari al 9,7% del totale) e che, rispetto ai diversi scaglioni retributivi, la gran parte di loro (117) rientra nello scaglione minimo (da 66 a 144mila euro, con una media di circa 105mila euro) e solo 10 negli scaglioni superiori (da 145 a 380mila euro, con una media stimata di circa 278mila euro).

 

Compensi agli amministratori (CdA)

Dati in migliaia di € 2019 2018 2017 2016 2015 2014 2013 2012
Ricavi 483.077 410.197 354.503 339.809 317.128 309.460 315.245 326.926
EBIT/Ricavi 8,7% 9,3% 7,3% 5,4% 4,5% 5,5% 4,4% 1,5%
Compensi CdA 2.534 1.469 914 1.380 1.002 862 862 1.006
Variazione Annuale +75% +61% -34% +38% +16% 0% -14%

   

Non sono noti i criteri che il CdA utilizza per attribuirsi i compensi né come sia definita la loro ripartizione tra i 12 membri che lo compongono ma è sorprendente rilevare come sia stato possibile, nel 2019, premiare 12 amministratori con un importo pari a 2,534 mln, corrispondente ad una media di circa 211.000 euro e, sulla base degli stessi risultati aziendali, negare il pagamento del Premio di Risultato minimo (270 euro al 6° livello) a 3.444 dipendenti, per un importo complessivo corrispondente a circa 1,3 mln.

 

A questo punto una domanda sorge spontanea: ma se si fossero accontentati della stessa cifra dell’anno precedente (che comunque non era male!), il rapporto EBIT/Ricavi totali di quanto avrebbe superato l’8,7% e quanto sarebbe stato il Premio di Risultato?

 

10 luglio 2020                                   Coordinamento Rsu Almaviva SpA