Cara Ugl, ci sei o ci fai?

Cara Ugl, ci sei o ci fai?

Il comunicato dell’Ugl “C’è chi dice no” distorce intenzionalmente la realtà.
Vogliamo rispondere nel merito anche se, soprattutto in questa fase, ci sono questioni molto più importanti da seguire.

Una questione di metodo (e anche di stile).
Prima del referendum ci sono state due assemblee in cui abbiamo discusso l’ipotesi di accordo.
Il delegato Ugl è intervenuto solo in quella di Scalo Prenestino, dicendo cose diverse da quelle scritte nel comunicato.
Far parte della RSU comporta la responsabilità di esprimere il dissenso nelle sedi proprie, tutta un’altra cosa è diffondere informazioni false o “taroccate”, rischiando anche di seminare zizzania.

Sul quadro economico.
L’accordo prevede monitoraggi e verifiche più stringenti di prima. L’Ugl non ha firmato l’accordo ma ne ha ugualmente beneficiato, partecipando con noi all’incontro con Piero Rossini per avere un quadro più dettagliato del posizionamento di Almaviva nei diversi segmenti del mercato IT (tendenze, gare, prospettive).

Sull’aumento delle giornate di Cigo-CdS.
L’Ugl confronta (per errore o per calcolo?) dati non omogenei.
Il dato teorico attuale (62.700 giorni) è migliore del dato teorico dell’accordo 2013 (63.862 giorni).
Il nuovo accordo non sarà perfetto ma l’Ugl nasconde volutamente almeno due miglioramenti fondamentali:

  • tutti sono coinvolti
  • la distanza tra le percentuali sono state ridotte da (0% – 17,5%) a (5% – 12,5%).

Sulla partecipazione dei dirigenti.
L’Ugl avrebbe dovuto onestamente spiegare che le Rsu e il sindacato non hanno titolarità su questa materia (non rappresentiamo i dirigenti!). E’ stato ugualmente ottenuto un impegno dell’azienda in questo senso, che il delegato dell’Ugl non può nascondere.

Sulle differenziazioni di percentuale.
L’accordo prevede la riduzione al 5% per progetti e servizi critici (da definire bimestre per bimestre, anche in base a scadenze e picchi di lavoro), stabilendo i principali criteri per la loro individuazione. È sicuramente uno degli aspetti più delicati dell’accordo.
Troppo facile chiamarsi fuori come ha scelto di fare l’Ugl, il nostro compito è incalzare l’Azienda per garantirne la corretta applicazione.

Sulla percentuale di votanti al referendum.
Abbiamo scelto di non sottrarre le assenze (per ferie, malattie, trasferte, aspettative, maternità obbligatorie e facoltative e permessi vari) agli aventi diritto, come è stato fatto in precedenti occasioni.
Questa scelta ha diminuito il dato della partecipazione ma l’UGL mischia le carte sommando assenze fisiologiche alle astensioni motivate dal dissenso.

Sulla percentuale di no.
Anche con il massimo rispetto e considerazione per il dissenso, espresso e non espresso, resta il fatto che il 77% di sì a un accordo “di sacrificio” come questo è un risultato importante, che meriterebbe più rispetto anche da parte dell’Ugl.

Notizie Bomba?
Il delegato Ugl in una mail inviata a amici e simpatizzanti annuncia una “Notizia Bomba”: il ritorno al 70% dell’integrazione Inps per i Contratti di Solidarietà.
Si riferisce ad un emendamento (collegato al Decreto Milleproroghe 2016) approvato dalle Commissioni della Camera che riguarda però solo i Contratti di Solidarietà sottoscritti prima del 14 settembre 2015 (cioè prima dell’entrata in vigore del Jobs Act sugli ammortizzatori sociali).
Creare false aspettative è sintomo di superficialità e costituisce una mancanza di rispetto verso i lavoratori, ancora più grave se si considera la difficoltà della situazione attuale.

 

Infine, il delegato Ugl anche nelle riunioni RSU non ha mai suggerito alternative concrete all’accordo.
Questa sì sarebbe stata una vera notizia bomba…

Roma, 11 febbraio 2016

RSU Almaviva Roma