RSU Finsiel – Comunicato di martedì 30 set 2003

SU LA TESTA !

 

Manca poco allo sciopero e alla manifestazione di martedì 30 settembre.

Solo poche ore per tentare di convincere i dubbiosi, i critici, i rassegnati, i paurosi, i disillusi, quelli che sono incazzati con la RSU e pure quelli che, come estrema difesa dalle difficoltà e dalle incertezze attuali, si sono chiusi in un loro piccolo mondo – che può essere il progetto, il gruppo, un’attività o un ruolo magari solo temporaneo.

 

Telecom sta smantellando l’informatica. Non solo quella Finsiel o IT Mercato ma perfino quella di gruppo. Questo è quello che andiamo dicendo da mesi. Gli scorpori oggi in discussione sono il segnale evidente di una inversione di tendenza rispetto al piano industriale 2002-2004 che, pur basandosi su una politica di risparmi e di tagli, proponeva una strategia di rilancio e sviluppo, individuando gli investimenti e gli interventi necessari. Di quel piano sono i rimasti solo i tagli, il resto è sotto gli occhi di tutti. Da un punto di vista strettamente sindacale ce ne sarebbe già abbastanza ma per convincere gli indecisi bisogna parlare anche di altre questioni e, in questo senso, le assemblee della settimana scorsa ci hanno aiutato a mettere a fuoco alcuni problemi.

 

Primo problema: il ruolo della RSU e le possibilità di contrattazione sindacale in azienda.

Sappiamo bene quanto sia diffusa e profonda la insoddisfazione per come vanno le cose, dai pesanti disagi provocati dal cambiamento di sede fino alla disorganizzazione, all’incertezza quotidiana, all’arbitrio di capi e capetti, al mancato rispetto della dignità professionale (e spesso umana) delle persone. A fronte di tutto questo la RSU ha ascoltato, analizzato, denunciato, organizzato assemblee e gruppi omogenei, fatto proposte, aperto trattative; ma in quest’ultimo periodo, nell’ultimo anno e mezzo per la precisione, i risultati sono stati molto inferiori allo sforzo compiuto. Siamo coscienti di questa situazione e dell’insoddisfazione che provoca ma siamo anche convinti di avere lavorato con impegno e senza errori particolari. Ma la direzione aziendale con cui dobbiamo confrontarci è un muro di gomma: le questioni che una volta si risolvevano con una telefonata adesso non si risolvono nemmeno dopo una serie di incontri e di solleciti ai massimi livelli. Se credete che sia una scusa provate a leggere il seguito.

 

Secondo problema: la situazione aziendale, tra mancanza di autonomia e politica dei tagli.

L’azienda è alla frutta. Anche i vertici aziendali (Tronchetti Provera e Pinto, tanto per fare nomi) appaiono come esecutori di direttive che provengono dall’esterno, la gestione aziendale è all’insegna dell’emergenza e i meccanismi che dovrebbero assicurarne il buon funzionamento (coordinamento, governo delle professionalità, riferimenti funzionali, procedure gestionali, sistema di comunicazione,…) sono andati in malora. Avete presente l’inquilino di una casa in affitto o il proprietario di una casa in procinto di essere venduta, che si preoccupano solo della manutenzione d’emergenza e delle condizioni di facciata, non certo dei lavori strutturali? Ecco, questa è la fotografia della Finsiel di oggi.

 

Questo è il punto. Noi crediamo che tutti i problemi, da quelli generali (che oggi si manifestano sotto forma di scorpori) a quelli quotidiani, da quelli sindacali fino a quelli del puro e semplice funzionamento aziendale, discendano da questo semplice fatto: Telecom se ne frega dell’informatica, buona solo per fare cassa, e noi ne paghiamo le conseguenze.

 

Per dire NO agli scorpori attuali (il tavolo è ancora aperto, anche sulla difesa contrattuale dei colleghi coinvolti) e a quelli futuri (a chi tocca fra un mese?), per costringere Telecom al confronto e impedire lo smantellamento, per riaprire un tavolo di contrattazione in azienda e ristabilire le condizioni retributive, di orario e normative tenendo conto dei cambiamenti generali e aziendali (aumento del costo della vita, professionalità, tempi e orari di lavoro, situazione logistica): per tutto questo si sciopera domani.

 

Per combattere questa battaglia non basta avere ragione. C’è bisogno di mettere in campo tutte le iniziative utili, comprese quelle legali; c’è bisogno di sollecitare le istituzioni e le forze politiche e di richiamare l’attenzione dei mezzi d’informazione; c’è bisogno di una strategia sindacale unitaria ed efficace, che coinvolga tutte le aziende interessate per allargare il fronte di mobilitazione; ma tutto questo non serve, non può funzionare, se non siamo noi, per primi, a far sentire la nostra voce.

 

L’alternativa c’è, naturalmente: giù la testa, sotto la sabbia, occhi e orecchie ben tappati. E buona fortuna a tutti gli struzzi della Finsiel.

 

Roma, 29 settembre 2003                                                                                                   RSU Finsiel