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Accordo Armonizzazione 3/07/2009
Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007 Proposta rsu per Almaviva Green |
DOPO GENOVA
Genova, 19-20-21 luglio 2001: centinaia di migliaia di persone hanno provato a manifestare pacificamente (e anche allegramente, ironicamente) contro il G8. Molti di loro erano a Genova già da alcuni giorni per partecipare alle iniziative di denuncia e di discussione del “controvertice” sugli stessi temi trattati dai G8 ma dal punto di vista di chi subisce le decisioni degli 8 grandi. La violenza e la tragedia che hanno segnato queste giornate non devono farci dimenticare le sacrosante ragioni della protesta contro il G8.
Di fronte ai contenuti della protesta il vertice dei G8 ha risposto solo con la demagogia: 1,2 miliardi di dollari per il fondo terapeutico contro Aids, malaria e tubercolosi, sono tutto meno che un piano per affrontare queste malattie, rappresentano più o meno il 10% di quanto sarebbe effettivamente necessario e andranno a finire nelle tasche delle multinazionali del farmaco. Alex Zanotelli, il missionario comboniano che vive a Korogocho, in Nigeria, la più grande bidonville del mondo, ha detto a questo proposito: “Non hanno capito che non abbiamo bisogno di carità ma di giustizia”. Per il resto niente su ambiente e clima, briciole sulla cancellazione del debito dei paesi poveri, nessuna ipotesi di rilancio dell’ONU e invece nuovo impulso alle spese militari (trattativa sullo scudo spaziale) e la solita ricetta contro i mali del mondo: mercato + flessibilità.
Nel corso delle manifestazioni, in una città presidiata da esercito, polizia e carabinieri fino all’inverosimile, pochi contestatori violenti (erano 500, forse 1000, chiaramente individuabili dall’abbigliamento e dalle azioni compiute, come hanno dimostrato le immagini televisive) sono stati lasciati liberi di agire, colpire e scappare. Gli altri, i manifestanti non violenti, erano più di 200.000, e sono stati provocati, attaccati, colpiti (più di 600 medicati o ricoverati negli ospedali o nei centri medici del Genova Social Forum) e criminalizzati (più di 250 arrestati accertati. Quanti di questi appartengono ai gruppi del Black Bloc?).
Nella notte, dopo l’imponente manifestazione di sabato pomeriggio, la polizia ha fatto irruzione in due scuole, in cui dormivano quelli dello staff del GSF e alcune centinaia di manifestanti e dove era dislocato il “quartier generale” del GSF ovvero i locali del Media Center, che ospitava i computer della rete locale messa in piedi dagli “attivisti telematici”, i punti di appoggio delle riviste e dei giornali che avevano collaborato all’organizzazione delle manifestazioni e le stanze destinate all’assistenza legale e al servizio sanitario volontario. Si è trattato di un’operazione poliziesca di incredibile violenza, senza precedenti nella storia italiana degli ultimi 50 anni. I più veloci a svegliarsi e a scappare si sono salvati, gli altri (compresi avvocati, giornalisti, attivisti del GSF) sono stati massacrati, spesso ancora nei sacchi a pelo, a calci e a bastonate; ai giornalisti, agli avvocati, ai parlamentari presenti e a Vittorio Agnoletto, portavoce del GSF, che si trovavano per strada, è stato impedito di entrare.
Il risultato della "perquisizione": sequestrati 2 picconi, 2 bottiglie incendiarie e 20 coltellini svizzeri più flaconi di creme solari, pacchetti di fazzoletti di carta e di profilattici (mostrati in tutti i servizi dei TG) e poi distrutti tutti i computer e sequestrati gli hard-disk, le telecamere e tutto il materiale degli avvocati del GSF, comprese le liste degli arrestati e le testimonianze raccolte fino alle 23.30 di sabato sera. Secondo il Presidente del Consiglio questa è la inequivocabile dimostrazione della collusione tra il Genova Social Forum e i gruppi violenti che hanno provocato la battaglia di Genova.
Questa è la situazione di fronte alla quale invitiamo tutti ad aprire gli occhi perché è proprio questo il momento in cui bisogna riaffermare la forza (e la giustezza) delle proprie idee e dei propri ideali. Non bisogna nascondersi e fare finta di niente ma dobbiamo cercare di ragionare, di discutere, di capire, di organizzarci. La lotta contro l'ingiustizia non si deve fermare e, dopo Genova, c’è ancora molto da fare.
Per questo esprimiamo il nostro dolore per la morte di Carlo Giuliani. Non ci innalziamo al ruolo di giudici ma chiediamo una inchiesta vera che prenda in esame tutto il materiale fotografico e video che verrà consegnato alla magistratura ed accerti le responsabilità, non solo quelle dirette ma anche quelle politiche e quelle di chi ha gestito e diretto le operazioni di polizia e carabinieri nei giorni e nelle notti genovesi.
Oggi, a partire dalle 17, è stato organizzato un presidio in Piazza Montecitorio (il Ministro degli Interni sarà in Parlamento per rispondere alle interrogazioni che sono state presentate) e domani pomeriggio, alle 17.30 ci sarà una manifestazione con corteo (non si conoscono ancora luogo di partenza e percorso del corteo). I delegati RSU parteciperanno a entrambe le iniziative.
Roma, 23 luglio 2001 la “vecchia” RSU Finsiel-TSF |
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