Atesia,
oggi sciopero contro 4 licenziamenti
Iniziativa
del Collettivo precari e dei Cobas. Al centro della mobilitazione c'è anche la
richiesta di rinegoziare l'accordo con la Cos
Nel call
center più grande e famoso d'Italia riprendono gli scioperi: oggi Atesia si
fermerà per l'intera giornata, con assemblee alle 12 e alle 16, per una
protesta indetta dal Collettivo precari e dai Cobas. I lavoratori dicono no ai
licenziamenti che hanno colpito la settimana scorsa quattro operatrici che
hanno rifiutato il cambio di turni imposto unilateralmente dal gruppo Cos
(proprietario del call center).
«L'1 gennaio dell'anno scorso - racconta il Collettivo
precari del call center romano - la direzione modificò unilateralmente l'orario
di lavoro a tutti i part-time a tempo indeterminato, senza concordarlo con i
lavoratori interessati come previsto dalle leggi e dal contratto nazionale.
Alcune lavoratrici, per le quali i nuovi orari non erano in alcun modo
conciliabili con i tempi di vita personali, comunicarono all'azienda che, in
assenza di una soluzione concordata, avrebbero proseguito le matrici
sottoscritte al momento dell'assunzione a part-time. Dopo un anno di vessazioni
e minacce, il 12 gennaio scorso l'azienda ha comunicato il licenziamento a
quattro di queste colleghe».
Ma lo sciopero è indetto anche in polemica con l'accordo
siglato recentemente dal gruppo Cos con i sindacati confederali, e i precari
leggono nei licenziamenti una minaccia verso tutti i part time e i 6300 cocoprò
che si apprestano a firmare i contratti di assunzione (a tempo indeterminato
con un part time di 20 ore settimanali e salari di 600 euro al mese): «Il
gruppo Cos - spiegano - intende disporre totalmente delle lavoratrici e dei
lavoratori e dei loro tempi di vita nelle 24 ore di ogni giorno per 365 giorni
l'anno. Questo in cambio di circa 7 mila euro l'anno, un reddito al di sotto
della soglia di povertà che è impossibile non definire precarietà».
Dall'altro lato, a fine mese i sindacati confederali
dovrebbero riprendere le trattative con il gruppo Cos, per la «seconda fase»:
consolidamento e possibile aumento delle ore dei part time, e irrigidimento
degli orari. Se i lavoratori a 4 ore giornaliere fossero costretti a dare la
disponibilità sulle 24 ore, infatti, sarebbe impossibile reggere un lavoro
inconciliabile con un secondo impiego o con carichi di cura familiari.
Se Cgil, Cisl e Uil si apprestano dunque a irrigidire gli
orari e aumentare le ore dei part time, dall'altro lato il Collettivo e i Cobas
puntano a una piattaforma più radicale, sostenuti dalla bocciatura che l'intesa
ha avuto al referendum di Atesia (ma non nell'intero gruppo Cos, dove invece è
passata): contratti a tempo indeterminato full o part-time a richiesta del
lavoratore; turnazioni fisse; contrattazione sul pregresso (che invece, secondo
l'accordo sindacale, dovrà essere ceduto da parte di chi firma la conciliazione
con l'azienda); reintegro di tutti i licenziati. E annunciano che oggi
distribuiranno il verbale delle ispezioni svolte dal ministero l'estate scorsa.
Il manifesto – 19 gennaio 2006