(U.S.Cgil) –Roma, 24 nov- La Slc-Cgil si dice
‘negativamente colpita” dalla decisione del Tar del Lazio che ha sospeso i
provvedimenti degli ispettori del lavoro sul call cente Atesia.
Una reazione che arriva “pur nel rispetto delle decisioni del tribunale
amministrativo regionale ed in attesa di leggere nella sua completezza la
sentenza”.
“La decisione –si afferma in una nota della categoria- comunque non è di merito
ma sospende solo temporaneamente le diffide degli ispettori, rimanendo in
piedi tutte le condizioni giuridiche e di fatto dei mesi scorsi”.
A parere di Slc “il vero problema oggi è che nulla cambia rispetto al
passato: migliaia di lavoratori erano e sono ancora precari. E questo è un
fatto di cui l'azienda non poteva prima e non può ora disinteressarsi”.
Per il segretario generale, Emilio Miceli “è tempo che si proceda
all'assunzione di tutti i lavoratori del gruppo Atesia con
contratti di lavoro a tempo indeterminato. Questo è ormai l'unica soluzione
per una situazione di precarietà ed incertezza che non può più accompagnare
la vita di migliaia di lavoratori”.
Miceli stigmatizza l’atteggiamento assunto dalla proprietà dell’azienda dopo
la decisione del Tar: “Non ha nulla da festeggiare –critica il segretario del
sindacato- ha sistematicamente eluso ogni serio confronto sindacale per dare
diritti e certezze ai lavoratori del suo gruppo; ha alimentato fino
all'inverosimile una sacca enorme di precariato; per troppo tempo ha
accompagnato alle intenzioni, comportamenti concreti di segno opposto. Per
questi motivi –afferma- siamo noi che richiamiamo l'azienda alla
responsabilità e al buon senso.
Atesia, come l'insieme del gruppo Cos, si è distinta in questi anni per
atteggiamenti chiusi, illiberali, poco rispettosi delle relazioni sindacali. Atesia
–conclude- è il simbolo della precarietà e la proprietà non ha fatto nulla
per invertire la rotta”.
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