Home page
[ Dicono di noi > I call center dicono basta - Il manifesto, sabato 20 set 2008 ]

Accordo Armonizzazione 3/07/2009

Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007

Proposta rsu per Almaviva Green

IL CORTEO · Trentamila ancora precari: applicare l'ultima circolare Damiano, riavviare le ispezioni

I call center dicono «basta»

Le imprese Assocontact: assumiamo se aumenta il peso del salario variabile

 

Antonio Sciotto – ROMA

 

Finalmente si rivede qualcuno in piazza, e ad avviare l'autunno (si spera) caldo sono loro, i ragazzi dei call center. Una bella manifestazione sotto la pioggia di Roma, con 5 mila operatrici e operatori che per una giornata si sono «sloggati» dalla cuffietta per dire basta alla precarietà e ai bassi salari. E, soprattutto, basta all'etichetta di «sfigati»: perché amano il loro lavoro, lo vogliono rendere sempre più professionale, ma per poter lavorare bene bisogna vivere bene. Serve un futuro sicuro, servono soldi per arrivare tranquilli a fine mese. «Noi non ci vogliamo più vergognare di dire lavoro in un call center - urla Luca dal palco - Ma le imprese ci devono dare risposte, come le aziende committenti. E il governo». Sì, il governo è il grande assente: il ministro del Welfare Maurizio Sacconi non ha mai riaperto il tavolo sulle stabilizzazioni, e ha bloccato di fatto gli ispettori del lavoro. Hanno sempre meno fondi e mezzi, e ben 8 mila ispezioni già effettuate sono chiuse nel cassetto, non se ne conosce l'esito. In attesa di un posto stabile, cocoprò ormai da anni, ci sono almeno 30 mila operatori. Le aziende committenti per il momento sono in stand-by : aspettano il rinnovo del contratto, da dicembre in poi. Le imprese in appalto, invece, guardano al tavolo Confindustria-sindacati sul modello contrattuale, e si offrono come «terreno sperimentale»: Assocontact, l'associazione aderente a Confindustria che raggruppa le aziende di outsourcing , avanza una proposta che potrebbe rivoluzionare l'attuale concetto di salario garantito. «Noi siamo anche disposti ad assumere tutti a tempo indeterminato - spiega il presidente Umberto Costamagna - ma si deve puntare molto di più sulla produttività, ampliando lo spazio del salario variabile rispetto a quello fisso. Per noi che lavoriamo su commesse, è indispensabile». «Governo licenziato, potere al precariato» Slogan coloratissimi: «Sacconi, Sacconi, ci hai rotto li...». «Lavoro a progetto, sai dove lo metto». «Lavoro precario, vogliamo più salario». I lavoratori vengono da tutta Italia, dalla Sicilia al Piemonte, passando per Calabria, Puglia, Sardegna. Molti hanno dovuto viaggiare di notte: ma non potevano mancare alla prima manifestazione nazionale dei call center. L'adesione, secondo le cifre diffuse da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom, è stata del 40%, con punte del 60%. Più bassa, come di prammatica, quella registrata da Assocontact: 15% con punte del 50%. Altra nota, il saluto inviato da Massimo Ghini e Sabrina Ferilli, interpreti del film Tutta la vita davanti di Virzì: «Lo stress di una prestazione ripetitiva e l'incertezza sul futuro possono spegnere l'entusiasmo della vita: la nostra solidarietà a sostegno delle giuste rivendicazioni per le quali, da anni, state lottando». Stefania, Rsa Cgil, ci racconta del call center Inps-Inail di Bitritto (Bari), che pur essendo in appalto è stato citato come esempio di massima efficienza della pubblica amministrazione dal ministro Brunetta in un'intervista al Giornale : e allora perché i 160 pugliesi, e varie decine in altre città, sono appesi al rinnovo della commessa in gennaio? «Chiediamo a Inps e Inail una clausola sociale: conservare il posto, qualsiasi sia il vincitore della gara». Una Rsu Cub parla a nome degli esternalizzati Wind: il giudice ha riconosciuto loro il diritto al premio di risultato e alla sanità integrativa, che avevano perso. Antonia, della calabrese Datel/Telic spiega le difficoltà di una «vita a progetto», della «lotta tra poveri» che si scatena tra cocoprò e interinali. Simone, della ligure Call& Call, ricorda la necessità di applicare le circolari Damiano, soprattutto l'ultima, quella che riconosceva di fatto, anche agli outbound , il diritto al lavoro subordinato. Ci sono anche Nidil, Alai e Cpo. L'ex ministro Cesare Damiano (Pd), presente al corteo, è più volte applaudito: il lavoro che aveva fatto, per quanto parziale e spesso criticato da chi avrebbe voluto di più, risulta comunque mastodontico rispetto al nulla totale di Sacconi. «Di noi non si parla più, ci hanno dimenticato» «Dei call center non si parla più: il governo non ha neppure cancellato le leggi. Semplicemente, non applica quelle vigenti. Il segretario Slc Cgil Emilio Miceli chiede a Sacconi di riaprire l'Osservatorio sui call center, avviato dal passato governo, e soprattutto di riattivare gli ispettori del lavoro. Ricorda poi i 1500 operatori della Alicos di Palermo, che lavorano per Alitalia: rischiano il posto, al tavolo nessuno parla di loro. E ricorda i precari delle Poste e della Rai, traditi dopo anni di attesa da una «legge pirata» dell'attuale governo. Alessandro Genovesi, Slc Cgil, chiede insieme a Fistel e Uilcom «l'applicazione della seconda circolare Damiano: la gran parte degli outbound sono di fatto dipendenti». E chiede anche ai committenti - spesso grandi compagnie telefoniche di «smetterla con le gare al massimo ribasso». Il presidente di Assocontact Costamagna, ci spiega di essere «favorevole alla ripresa dell'Osservatorio e di un tavolo ministeriale». Ma invoca una riforma del settore: «Noi possiamo assumere tutti, ma solo se si punta sulla produttività - ripete - I committenti ci pagano solo sul prodotto effettivamente lavorato, e allora è giusto garantire un fisso al lavoratore perché sia sereno, ma buona parte della retribuzione deve essere variabile, in base ai risultati, perché i nostri stessi ricavi sono variabili». L'esempio fornitoci è quello di un fisso sui 7-8 euro l'ora, con il resto della retribuzione guadagnato solo nel caso che la telefonata sia andata a buon fine. La «svolta» potrebbe essere proposta ai sindacati al rinnovo del contratto, in dicembre, nel caso in cui si trovasse spazio per parlare dell' outsourcing . Ma certo, in questo modo si dovrebbe mettere in soffitta il contratto nazionale valido per tutti, e lo stesso principio unificatore della seconda circolare Damiano.

 

Il manifesto – 20 settembre 2008

Ultim'ora:


Tutto il contenuto del sito è opera di RSU Almaviva. Contattateci se volete prelevare del materiale.
Idea grafica e realizzazione tecnica a cura di Gianni Valenza.