Intesa
siglata a Vodafone ma i lavoratori sono critici
Accordo
azienda e sindacati sulla «cessione di ramo d'azienda» per 914 dipendenti. E
dai call center sale la protesta
Antonio Sciotto
L'accordo alla fine è arrivato, siglato due sere fa al
ministero dello Sviluppo economico: 914 dipendenti Vodafone passeranno così
alla Comdata, conservando però gli attuali trattamenti e benefit. Hanno detto
sì Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, ma dai call center è partita una
polemica: le segreterie nazionali non avevano mandato a trattare. L'accordo
contiene garanzie certe per 7 anni, ma in premessa i sindacati hanno comunque
espresso contrarietà all'esternalizzazione, il che permette ai lavoratori di
andare in causa individuale, qualora lo volessero.
Vediamo cosa contiene: 1) i lavoratori confluiranno in una srl creata ad hoc e
controllata al 100% da Comdata, la «Comdata Care», che entro fine novembre sarà
trasformata in spa; la commessa Vodafone avrà durata di 7 anni, rinnovabili; 2)
Vodafone si è impegnata a non fare ulteriori esternalizzazioni fino al 2010; 3)
i lavoratori di Comdata Care, compreso chi verrà assunto in futuro,
conserveranno tutti i trattamenti e i benefit oggi vigenti in Vodafone (premio
di risultato, turni mamma, fondi integrativi, asili nido, etc); 4) non si
potranno trasferire di sede gli esternalizzati, né dare la commessa in
subappalto; 5) Vodafone e Comdata garantiscono ai 914 una «piena stabilità
occupazionale» per i prossimi 7 anni: in caso di risoluzione anticipata della
commessa, Vodafone si impegna cioè a ricollocare i licenziati in una società
terza; 6) in caso di fallimento di Comdata, Vodafone si impegna a reimpiegare i
914 in
una società terza, o a reintegrarli in azienda. «Questo sistema di garanzie -
spiega Vodafone - sarà valido anche in situazioni eccezionali, quale la
risoluzione anticipata del contratto di servizio. Vodafone garantirà che
attività e lavoratori vengano affidati a un soggetto terzo mantenendo senza
soluzione di continuità i rapporti di lavoro e le condizioni di garanzia
previste dall'ipotesi di accordo». Ma cosa succede dopo i 7 anni? Nell'accordo
si stabilisce il principio del «lavoratore che segue la commessa»: cioè a un
anno dalla scadenza della commessa, azienda e sindacati si incontreranno «allo
scopo di preservare la continuità occupazionale»; se Vodafone rinnoverà la
commessa, i 914 potrebbero cioè restare in Comdata; se la commessa passerà ad
altri, i lavoratori potrebbero passare al nuovo appaltante. Ma tutto dipenderà
dall'esito di questo incontro, tra 6 anni.
E' questo il punto più controverso, letto in modo differente dalle segreterie e
da alcune Rsu. Per Emilio Miceli e Alessandro Genovesi, Slc Cgil nazionale, «è
un accordo storico, che fa da precedente nel settore e per le altre categorie».
«Non solo si afferma la illicenziabilità per 7 anni e si garantiscono tutti i
trattamenti - spiega Genovesi - ma si stabilisce un principio inedito nel
lavoro privato: l'operatore segue la commessa, come nei cambi di appalto delle
cooperative».
Lettura critica da parte di diversi lavoratori, espressa da Roberto Di Palma, Rsu
Slc Cgil a Roma: «Le commesse sono volatili per definizione - spiega - e
nessuno ci garantisce che Vodafone tra 7 anni le assegnerà con gli stessi
criteri di oggi. C'è la sensazione diffusa di passare di fatto da un tempo
indeterminato a un contratto a termine di 7 anni. Per noi la battaglia
continua, e molti lavoratori hanno già espresso l'intenzione di andare in
causa». Al call center di Bologna sottolineano il «deficit di democrazia»: «Le
assemblee avevano negato il mandato, ma il voto è stato bypassato con il
pretesto della 'confusione': le segreterie si sono autorizzate da sole».
L'ipotesi di accordo passa ora alla consultazione dei lavoratori.
Il manifesto – 27 ottobre 2007