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[ Dicono di noi > Il 20 ottobre si va a piazza S.Giovanni - Il manifesto, sabato 13 ott 2007 ]

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Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007

Proposta rsu per Almaviva Green

Il 20 ottobre si va a piazza San Giovanni

I promotori a Epifani: «La manifestazione 'inopportuna' si farà. Precarietà e diritti, il governo ha fatto poco»

d.p.

Roma

 

La manifestazione del 20 ottobre finirà a piazza San Giovanni, la storica piazza dei lavoratori, lo storico catino della capitale dove confluisconi i cortei più grandi e più ambiziosi. E, prima del concerto, dal palco non verrà recitata la liturgia del comizio di chiusura ma l'intervento di una delle 914 dipendenti di Vodafone recentemente «esternalizzate» (brutto termine per indicare l'anticamera di un licenziamento in senso proprio). Ieri gli organizzatori del corteo, i direttori di Liberazione, Carta e manifesto hanno tenuto una nuova conferenza stampa per annunciare la scelta della piazza finale (la partenza è piazza della Repubblica). Ma ancora di più per dare la parola ad alcuni di quei movimenti che hanno deciso di essere in piazza quel giorno.
Le prime battute, però, sono per Guglielmo Epifani, il leader sindacale che dalle pagine della Stampa ieri bollava come «inopportuna» la manifestazione del 20. Gli faceva eco il neosocialista Gavino Angius, che chiedeva per l'ennesima volta la cancellazione dell'appuntamento, visti i risultati della consultazione sindacale. «Il nostro rispetto per il voto dei lavoratori è assoluto», risponde Gabriele Polo. «Crediamo però che rimangano ben evidenti le questioni che il protocollo non riesce ad affrontare e il disagio dei tanti che hanno votato no. E ci permettiamo di credere anche de tantissimi che hanno votato sì». Ma ci sarà occasione di spiegarsi, con Epifani. Forse: i tre direttori hanno chiesto a lui - e a Fausto Bertinotti, a Franco Marini e a Romano Prodi - un incontro-confronto sulle ragioni del corteo. Che sarà un corteo di proposta, spiegano ancora gli organizzatori. Rappresentando però anche la protesta di «tante e tanti che dal precariato ai diritti civili credono che il governo abbia fatto ancora troppo poco». Due le obiezioni da cui sgomberare il campo: la prima è di chi dice che quello del 20 è un corteo dei partiti en travesti (Prc e Pdci, gli unici che aderiscono peraltro, i verdi parteciperanno con iniziative tematiche, Sd è divisa tra chi sfilerà e chi no). La seconda è che la manifestazione sia un esercizio «identitario». «Portiamo più differenze in piazza di quante ne avremmo mai sperate», dice Piero Sansonetti, «Generazionali, di genere, politiche, locali. Anzi il problema sarà l'opposto, di farle stare assieme». Poi prendono la parola quelli che, materialmente, porteranno in piazza le loro ragioni e che avete letto e leggerete in questi giorni sul manifesto. Un delegato della Rsu Vodafone, una delegata della Fiom della Rsu Almaviva, una studente dell'Uds, Mimmo Dieli, vigile urbano di Roma. Poi Giulio Marcon, della campgna Sbilanciamoci!, che presenterà il 17 ottobre la sua «controfinanziaria», Fabio Alberti dell'associazione Un ponte per, la femminista Bianca Pomeranzi, Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, Bartolo Mancuso di Action. E infine Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Bassa Val di Susa e sindaco di Sant'Antonino.

 

Il manifesto – 13 ottobre 2007

 

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