«Plurali e indipendenti».
Il 20 ottobre si presenta
«Qual è il senso della manifestazione del 20 ottobre? »: se
lo chiede Guglielmo Epifani in un’intervista apparsa oggi sulla Stampa. Se Epifani
avesse assistito alla conferenza stampa che questa mattina i promotori della
manifestazione del 20 ottobre hanno tenuto all’Hotel Nazionale, forse avrebbe
le idee più chiare. Le tante voci che hanno spiegato il senso della loro
partecipazione alla manifestazione, restituiscono il quadro di un corteo
plurale e per nulla «identitario», come invece ha affermato il segretario
generale Cgil.
Ha introdotto la conferenza stampa Pierluigi Sullo, direttore di Carta, che ha
ricordato le caratteristiche della manifestazione, a partire dall’appello di
convocazione diffuso da manifesto, Carta e Liberazione il 3 agosto scorso e
firmato dai direttori dei tre giornali con altre dodici personalità impegnate
nel mondo della cultura, del pacifismo e dei movimenti sociali. «Tra i
promotori, ad esempio, c’è anche Lisa Clarke, di Beati i costruttori di pace,
un’organizzazione del pacifismo cattolico», ha detto Sullo per sottolineare i
tanti mondi che si incontreranno il 20 ottobre. La manifestazione partirà da
piazza Esedra e arriverà a piazza San Giovanni, la piazza storica delle grandi
manifestazioni [«ma anche del Family Day», sottolinea Sullo provocatoriamente].
A Palazzo Chigi, a pochi metri dalla conferenza stampa, si teneva il consiglio
dei ministri che ha approvato il protocollo d’intesa sul welfare oggetto di
consultazione sindacale nei giorni scorsi. «Noi rispettiamo quel voto – ha
detto Gabriele Polo, direttore del manifesto – Ma il protocollo sul welfare non
risolve i problemi che affliggono il paese. Ed è strano che il segretario della
Cgil si infastidisca per una manifestazione». Anche Piero Sansonetti, direttore
di Liberazione, ha espresso «sorpresa» per l’atteggiamento di Epifani [cui gli
organizzatori hanno chiesto un incontro], e ha sottolineato le due sconfitte
dell’ultimo anno: il naufragio della legge sui Pacs e l’intesa del 23 luglio
sul welfare. Una connessione, quella tra diritti civili e sociali, che è stata
segnalata anche da Bianca Pomeranzi della Rete femminista.
La parola è passata poi a Giulio Marcon, di Sbilanciamoci, che si è augurato
che la manifestazione serva a migliorare la Finanziaria. «La legge di bilancio – ha spiegato Marcon – taglia le tasse alle imprese ma non
ai lavoratori, non introduce la tassazione delle rendite finanziarie e aumenta
le spese militari» [tema, quest’ultimo, segnalato anche da Fabio Alberti, di Un
ponte per…]. Rossella Palagi, delegata Rsu Fiom all’Almaviva [azienda in cui il
no alla consultazione sul welfare ha raggiunto il 66 per cento] ha ribadito
l’adesione di molti delegati sindacali. Mimmo Dieni, Rsu della Funzione
pubblica Cgil e vigile urbano a Roma, ha ricordato che la legge finanziaria
«non prevede il rinnovo del contratto della pubblica amministrazione» e ha
criticato le politiche securitarie di molti sindaci del centrosinistra:
«Pensino piuttosto a garantire il diritto allo studio ai bambini rom». Federico
Sciarpelleti, delegato Rsu di Vodafone, ha ricostruito la vicenda dell’esternalizzazione
di 914 posti di lavoro da parte della multinazionale della telefonia. «Sarà una
lavoratrice Vodafone – ha ricordato Sullo – a leggere il comunicato che
chiuderà la manifestazione».
Antonio Ferrentino presidente della comunità montana bassa Val di Susa e Val Cenischia,
ha annunciato che martedì prossimo si terrà un’assemblea in Valle sui temi del
corteo, dopo la decisione dei No Tav di non parteciparvi. Per Bartolo Mancuso
di Action bisogna essere in piazza «contro questo governo» che non riesce
«neanche a bloccare gli sfratti come aveva fatto persino il centrodestra». E ha
citato le requisizioni di case che ieri ci sono state a Roma come «esempio di
diritto creato dal basso». Infine, Aurelio Mancuso di ArciGay ha parlato di «un
disegno del blocco centrista, che punta a governare il paese senza le sinistre.
La parzialità che esprimiamo non può essere fine a se stessa, deve entrare in relazione
e stare in un progetto più ampio».
Carta
– Quotidiano on line [12 Ottobre 2007]