Consultazione precaria

Anna Pizzo

Ufficialmente comincia oggi, al Municipio X di Roma, la «consultazione precaria» che prenderà in via in tutta Italia il 6 per concludersi il 10. Parallela o intrecciata alla consultazione dei sindacati dall’esito più che scontato, quella «precaria» vuole dare voce «ai tanti che rischiano di essere esclusi e che invece hanno il diritto di dire come immaginano il loro futuro». Alle 17 di oggi, nella sala del consiglio, in piazza di Cinecittà 11, se ne discuterà con il presidente del Municipio, Sandro Medici, e con rappresentanti di Fiom, Cobas, Action e con i lavoratori dei call center. Dal 6 i banchetti, e chi vorrà – lavoratore e non, cittadino italiano e non – potrà scrivere su una scheda se approva o no con l’accordo del 23 luglio. www.consultazioneprecaria.org
A cosa serve una consultazione parallela, dal momento che i sindacati hanno detto che alla loro, di consultazione potranno partecipare anche i precari? La differenza è di sostanza, e non ha a che fare solo con l’esito scontato di quella ufficiale. Nella quale è il meccanismo democratico a essere inceppato. Si stabilisce, infatti, che la consultazione «interessa tutti i lavoratori dipendenti, precari, cassintegrati, in lista di mobilità e pensionati e anche chi ha maturato un periodo di lavoro documentato nel corso degli anni 2006/2007». Il problema è che la consultazione non è aperta ai sindacati contrari al protocollo; che le modalità di voto non sono uniformi, e in molti luoghi di lavoro si è votato al termine delle assemblee; che non possono votare i disoccupati e gli studenti; che i grandi giornali hanno martellato a senso unico. Molti sostengono che nel nostro paese la politica è in crisi. A ben vedere, la politica gode di buona salute, come dimostrano comitati, movimenti territoriali, molti segmenti della società. Quello che è in crisi è la rappresentanza. E credo che una consultazione blindata non gioverà.

CARTA-Quotidiano on line – 3 Ottobre 2007