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[ Dicono di noi > Trattativa in salita, tute blu in sciopero - Il manifesto, giovedì 27 set 2007 ]

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Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007

Proposta rsu per Almaviva Green

Trattativa in salita, tute blu in sciopero

Rinnovo difficile per il contratto dei metalmeccanici. «Vaghi» sul salario, i padroni vogliono mano libera sull'orario di lavoro. E Fim, Fiom e Uilm proclamano 8 ore di sciopero

Sara Farolfi

 

Otto ore di sciopero da effettuarsi entro la fine del mese prossimo, di cui almeno quattro il 26 ottobre, giornata nazionale di mobilitazione delle tute blu. E' quanto hanno deciso ieri unitariamente le segreterie di Fim, Fiom e Uilm, dopo la fumata nera registrata nell'incontro con Federmeccanica per il rinnovo del contratto scaduto a giugno scorso, e che coinvolge complessivamente 1 milione e 600 mila lavoratori.
Una trattativa che fin da ora si preannuncia tutta in salita, con «distanze notevoli» - hanno registrato i tre segretari - su tutti i punti della piattaforma. Nessuna quantificazione è stata fatta da Federmeccanica in merito alla parte salariale (su cui i sindacati chiedono un aumento medio di 117 al quinto livello, più 30 euro per chi non fa la contrattazione integrativa). Aspettano invece, i padroni, la traduzione in legge del protocollo del 23 luglio, per decidere delle questioni del mercato del lavoro (la piattaforma prevede una stretta sull'utilizzo dei contratti a termine). E ripropongono, immancabile, l'attacco all'orario di lavoro, sul quale vorrebbero avere mano libera senza i "lacci e lacciuoli" della contrattazione.
Il tutto, a moratoria contrattuale scaduta. Immediata la decisione della mobilitazione da parte di Fim, Fiom e Uilm. Oltre al pacchetto di otto ore di sciopero articolate a livello territoriale, di cui almeno quattro saranno effettuate il 26 ottobre prossimo (giornata nazionale di mobilitazione, con scioperi e manifestazioni territoriali o regionali), i sindacati hanno deciso il blocco degli straordinari a partire dall'inizio del mese, e una campagna di assemblee informative nelle fabbriche a partire dalla metà di ottobre, una volta terminata la consultazione dei lavoratori sul protocollo del 23 luglio. «Lo sciopero non è utile nè alle imprese nè ai lavoratori, e rischia di riproporre sempre lo stesso film» è stato il commento, neanche a dirlo, del direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli.
Nulla sa, Santarelli, della «questione salariale» che c'è nel paese? Difficile. I dati che l'Istat ha diffuso ieri dicono che le retribuzioni contrattuali, nel mese di agosto, sono cresciute rispetto all'anno precedente del 2%. Se a questo si toglie l'1,6% del recupero dell'inflazione, e se si aggiunge che il Pil è cresciuto del 2%, il dato è che soltanto lo 0,4%, nella distribuzione della ricchezza, è andato ai salari. Ma i padroni non fanno mistero di ciò che realmente vogliono. E così alla vaghezza in merito agli aumenti salariali che i metalmeccanici chiedono - «una generica disponibilità ad andare oltre le regole del '93, ma senza nessuna quantificazione» ha spiegato ieri Giorgio Caprioli, leader Fim - si accompagnano richieste ben precise sulla gestione dell'orario di lavoro.
Sia di quello «ordinario», le 40 ore settimanali che il contratto prevede, perchè Federmeccanica vorrebbe rimettere mano all'articolato arrivando alla formulazione delle «40 ore settimanali medie», sia di quello «straordinario», dove pure si vorrebbe la formulazione delle «48 ore medie». Che significa, in entrambi i casi, potere disporre a mano libera dell'orario di lavoro, senza concordarlo con le Rsu. E' tranchant il commento di Gianni Rinaldini, leader Fiom: «Per noi le ore sono 40 e l'orario plurisettimanale va concordato con le Rsu».
Ed è chiusura anche sulla riforma dell'inquadramento professionale che i sindacati vorrebbero articolata in un «sistema a fasce», superando la definizione degli attuali «livelli» che risale al 1973. Le parti comunque torneranno a incontrarsi il prossimo 25 ottobre, dopo le delegazioni ristrette dell'8 e del 9 ottobre.

 

Il manifesto – 27 settembre 2007

 

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