Almaviva,
accordo sulla mobilità
Dall'acquisto Finsiel fino a 600 esuberi. Nuove
assunzioni: solo contratti subordinati
Antonio Sciotto
Non c'è
solo l'Almaviva che controlla la Cos, padrona indiscussa dei call center italiani (tra cui
Atesia e Alicos): la holding di Alberto Tripi, imprenditore vicinissimo
all'Ulivo, è dal 2005 anche proprietaria della Finsiel, società informatica già
del gruppo Telecom, ma il cui acquisto ha creato più di un'ansia tra i
dipendenti. Non solo perché Almaviva si è caratterizzata storicamente come
«campionessa della precarietà» (ma oggi, è d'obbligo riconoscerlo, sta
stabilizzando i quasi 6300 cocoprò Cos, seppure con part time di 600 euro al
mese), ma anche per la difficoltà di intravedere all'orizzonte un qualche tipo
di piano industriale di sviluppo che possa provenire da un'impresa
specializzata nei call center.
La notizia è che Fim, Fiom e Uilm hanno firmato qualche
settimana fa l'accordo con l'Almaviva, riguardo agli esuberi e
all'armonizzazione dei trattamenti dei dipendenti, e in questi giorni le
assemblee dei lavoratori lo hanno approvato quasi all'unanimità. Non si sono
potuti evitare gli esuberi (in Almaviva, Almaviva Finance e Almaviva Sud), ma
potranno essere gestiti con la mobilità lunga prevista dall'ultima finanziaria
(la stessa messa in campo per Fiat). La platea interessata è di 600 persone, ma
il ministero probabilmente ne accorderà molti meno (si pensa 200, dato che ne
ha disponibili 6 mila per tutta Italia). Avranno l'80% della retribuzione, per
massimo 7 anni, fino alla pensione. I dipendenti di Almaviva Sud dovranno
sottoporsi anche a una cassa integrazione ordinaria a rotazione.
Il totale dei lavoratori del gruppo Almaviva è di 7355
dipendenti, più i 6238
in via di
stabilizzazione nei call center. La «cura dimagrante» non verrà solo dai
previsti esuberi, ma anche dalla scelta che probabilmente verrà fatta da un
numero ancora imprevedibile di cocoprò Cos in via di stabilizzazione: l'obbligo
di lavorare solo 20 ore a settimana, seppure «alleggerito» da un accordo
sindacale che ha irrigidito gli orari (permettendo così a chi lo voglia di
svolgere un secondo lavoro), potrebbe indurre nei prossimi mesi molti operatori
a lasciare. Soprattutto a Roma, dove vivere con 600 euro al mese è impossibile
e il secondo lavoro - date le dimensioni della città - dovrebbe essere situato
perlomeno nella stessa zona del call center (Atesia).
Tornando ad Almaviva-Finsiel, l'accordo prevede dunque gli
esuberi gestiti con mobilità lunga e breve, su base volontaria, che eviteranno
ulteriori eccedenze nel periodo 2007-2009; l'utilizzo di contratti subordinati
(e dunque non atipici) per i futuri assunti nel 2007-2009, pari ad almeno la
metà delle unità collocate in mobilità; la cig per Almaviva Sud; l'accordo di
secondo livello per tutto il personale Almaviva, estendendo tutti gli accordi
Finsiel: già stabilite le tabelle di superminimo e parte fissa del premio di
risultato; estensione di ticket restaurant e polizza sanitaria ad Almaviva doc
e nuovi assunti; l'azienda rinuncia ad operare assorbimenti sugli aumenti del
contratto nazionale già da marzo.
Il manifesto – 7 marzo 2007