Call center
Accordo ok grazie al
sud
Redazione Economia
Call
center Cos, hanno vinto i sì. Su 3100 lavoratori votanti, in 2478 hanno
accettato l'accordo firmato da Cgil, Cisl, Uil, 616 hanno detto no (80,2%
favorevoli e 19,8% contrari, gli aventi diritto erano oltre 6500). I voti
determinanti sono venuti dal Sud, che ha ribaltato il risultato di Atesia: il call
center romano aveva bocciato l'intesa che prevede l'assunzione a tempo
indeterminato per 6300 cocoprò, con un 58,7% di no. A Napoli, su 195 aventi diritto,
hanno votato in 162 (83%): 161 sì e un solo no. A Palermo, su 2300 aventi
diritto hanno votato in 1380, pari al 60%: 1378 sì e 2 soli no. Stesso
plebiscito a Catania, dove hanno votato in 512, con 511 favorevoli e un solo
contrario (900 aventi diritto). E' da sottolineare che le modalità di voto non
sono state uniformi. Se Roma e Napoli hanno applicato lo scrutinio segreto,
caldeggiato dalla Slc Cgil, le sedi siciliane hanno preferito il voto per
alzata di mano: si partecipa al dibattito, ma esprimere il dissenso è più
difficile.
L'affermazione dei sì è dunque schiacciante, e i malumori
sembrano concentrarsi soprattutto in Atesia, dove i lavoratori hanno in mano i
risultati delle ispezioni e possono aver percepito l'accordo come un
compromesso al ribasso. I verbali dicono infatti che i 3600 cocoprò hanno
diritto al lavoro dipendente, e che i contratti a progetto sono un abuso,
disponendo la restituzione integrale dei contributi e del salario perso negli
ultimi 5 anni. Al contrario, chi accetterà la transazione prevista dall'accordo
sindacale, recupererà solo i contributi, ma dovrà rinunciare, obbligato a una
conciliazione, al salario pregresso. Molti operatori Atesia, insomma, non
sarebbero disposti a perdere una somma notevole per accedere a un'assunzione a
tempo indeterminato che dispone part time di sole 20 ore settimanali, per un
salario mensile di 580-600 euro (da cocoprò, molte centinaia di loro arrivavano
a 1200-1400 euro mensili, ma non avevano tredicesima, ferie, malattia,
maternità, contributi pieni e diritti sindacali). Dall'altro lato, al Sud non
ci sono state ispezioni, e i compensi medi mensili erano spesso più bassi di
500 euro, dunque la stabilizzazione è stata accolta senza tentennamenti.
Se dunque il Collettivo precari e la Rete 28 aprile Cgil chiedono di rinegoziare l'accordo,
Emilio Miceli e Alessandro Genovesi della Slc Cgil, pur riconoscendo che si
dovrà aprire una «valutazione politica» sul caso Atesia, incassano il sì
definitivo, e si dispongono alla «fase due» della contrattazione, a partire dal
15 gennaio: l'integrativo con i premi di risultato, i passaggi di livello, la
«rigidità dei turni», il consolidamento e l'aumento delle ore per i part time.
In base a una lettera allegata, si definirà l'inclusione tra gli assumendi di
53 interinali a Palermo, di diverse decine di apprendisti a Napoli e di un cocoprò
di Catania. A Palermo è stata sospesa la protesta delle «super chiamate» (gli
operatori allungavano le telefonate per espletarne di meno), ma la Wind avrebbe minacciato di togliere la commessa.
Il manifesto – 30 dicembre 2006