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[ Dicono di noi > Si fermano le aziende informatiche - Il Giornale di Calabria.it, mercoledì 08 nov 2006 ]

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Proposta rsu per Almaviva Green

Si fermano le aziende informatiche

Mercoledì sciopero degli operatori della provincia di Cosenza. In primo piano la crisi del settore


COSENZA. I lavoratori delle aziende informatiche presenti sul territorio provinciale cosentino saranno chiamati domani alla mobilitazione generale a sostegno della ripresa di tutto il settore. “Da troppo tempo, infatti, - è scritto in un comunicato della Cisl - si discute della crisi del settore informatico calabrese e delle occasioni perdute, da parte della massima istituzione regionale, di fare del polo informatico uno strumento di crescita e di sviluppo dell’intero tessuto socio-economico della regione. Enormi contraddizioni - continua la nota - hanno caratterizzato negli ultimi anni la questione informatica calabrese. Da un lato, le grandi opportunità legate all’utilizzo dello strumento informatico come motore dello sviluppo delle attività imprenditoriali e della pubblica amministrazione, ed alla possibilità di spendere fondi delle Comunità Europea destinati appunto a tale scopo. Dall’altro lato, l’immobilismo colpevole della Regione, che non ha pianificato e programmato gli interventi delle aziende informatiche calabresi allo scopo di finalizzare la presenza di grandi competenze e capacità professionali ed aziendali alla crescita, allo sviluppo ed alla creazione di sempre nuova occupazione. I fondi di spesa, mal gestiti, - accusa la Cisl - spesso non spesi ed addirittura talvolta restituiti al mittente, uniti ad un’accorta e consapevole politica di valorizzazione dell’informatica, avrebbero consentito di creare grandi vantaggi al tutto il settore economico regionale, generando l’efficientamento della pubblica amministrazione, dando occupazione stabile a migliaia di famiglie, e concorrendo a creare le condizioni necessarie (quello che definiamo “mercato”) per attrarre sempre nuovi investitori interessati ad inserire sull’esistente le loro prospettive di guadagno. Purtroppo così non è stato ed aziende come la DNE, soltanto pochi anni fa impegnata in un settore oggi all’avanguardia in tutta Europa, come l’ingegnerizzazione e l’assemblaggio di carte a microchip, o come lo stesso CRAI, che quindici anni fa aveva proposto un modello di sviluppo informatico all’avanguardia tanto da aver fatto pensare alla nascita di una Crati Valley di stampo californiano, sono lentamente rimaste intrappolate dall’assenza di sostegno, di riconoscimento da parte delle stesse istituzioni che in altre regioni d’Italia fanno di quelle realtà il proprio fiore all’occhiello, impegnandosi a favorirne la crescita ed il potenziamento attraverso tutti gli strumenti disponibili e spendendosi per costruire intorno a loro tutte le collaborazioni possibili con Università e Fondazioni pubbliche e private in grado di valorizzarne l’impegno”. Secondo la Cisl “oggi la situazione di crisi ha raggiunto livelli veramente insopportabili: la lenta agonia di modelli di sviluppo come Tesi, la forte criticità delle aziende del Gruppo Almaviva, ieri con Intersiel e Carisiel rispettivamente protagoniste del mercato della Pubblica Amministrazione Locale e di quello bancario (Carime), ed oggi alle prese con un imprenditore che probabilmente in Calabria non ha trovato il contesto politico ed istituzionale su cui contava e che si trova quindi in difficoltà che pensa di riversare sulle famiglie dei lavoratori, sono tutti segnali di altissima preoccupazione, le cui probabili conseguenze negative non riguardano solo le pur numerose famiglie dei lavoratori interessati. Tale situazione - continua - è aggravata da una disattenzione verso il Mezzogiorno da parte del governo centrale che rischia di diventare l’epilogo di una contraddizione, di un paradosso che si trasforma in dramma sociale ed occupazionale. È veramente insopportabile che uno dei pochissimi settori in grado di far uscire la Calabria fuori dal pantano della crisi generale in cui sembra oramai intrappolata definitivamente, sia lontano dalle attenzioni della Giunta regionale e del Governo nazionale. POR non spesi o spesi male, Società di scopo (INFRATEL, Sviluppo Italia, Fincalabra) che diventano soltanto contenitori da utilizzare solo per modificare opportunamente gli equilibri politici regionali e nazionali, sono questi l’obbiettivo principale della mobilitazione dei lavoratori informatici calabresi, ma che dovrebbero essere il filo conduttore di una mobilitazione ancora più estesa a tutti i cittadini calabresi, motivo di una presa di coscienza generale che qualcosa veramente non va per il verso giusto, e che non è solo la lamentela di questo o quel politico scontento o questo o quel gruppo di lavoratori privilegiati che qualcuno ha già definito “nuovi forestali”. Il settore informatico calabrese - continua il sindacato - è uno strumento di vitale importanza per tutta la regione, per il suo sviluppo, per la crescita economica ed occupazionale dell’intera regione. La piena occupazione di tutte le risorse di alta professionalità e competenza presenti in tutte le aziende calabresi, non è solo un dovere delle istituzioni della politica e del sindacato verso i lavoratori informatici e le loro famiglie: è un diritto di tutti i cittadini onesti e di tutti i lavoratori e disoccupati calabresi, che sperano che la nostra regione diventi finalmente un territorio normale”.

 

IlGiornadediCalabria.IT                                                                           8/11/2006

 

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