Vertenza Atesia
Il Collettivo dei precari rilancia la lotta
Antonio Sciotto

 

I lavoratori di Atesia non si arrendono e chiedono a gran voce l'applicazione di quanto contenuto nel verbale dell'Ispettorato: l'assunzione a tempo indeterminato per tutti i 3200 collaboratori a progetto del call center, visto che l'ispezione ha appurato che svolgono tutti lavoro subordinato. Ieri il Collettivo precari Atesia, il sindacato autorganizzato che ha presentato un anno fa l'esposto alla Direzione provinciale del lavoro, ha tenuto un'assemblea-conferenza stampa davanti al call center romano. «E' assurdo - ha detto uno dei lavoratori intervenuti - che non si voglia dare seguito all'ispezione di un organo non politico e indipendente come è l'Ispettorato. Non chiediamo salari stratosferici, ma solo l'assunzione a tempo indeterminato dopo anni di lavoro continuativo al call center: la paga da contratto, le ferie e la malattia, il diritto alla maternità».

Gli operatori contestano l'ultimo accordo siglato dai sindacati, quello che prevede l'assunzione di parte del personale - presente in azienda anche da 7-10 anni - con contratti di apprendistato o inserimento, non vincolanti per eventuali assunzioni a tempo indeterminato. Una parte degli addetti, poi, sarebbe destinata a restare cocoprò. L'azienda, dal canto suo, sta continuando ad applicare unilateralmente l'accordo, facendo firmare una liberatoria sul pregresso a chi accetta i nuovi contratti: ovvero i lavoratori rinunciano a fare causa per i tanti anni da parasubordinati. Si richiede anche il reintegro di 400 operatori non rinnovati in giugno.

I lavoratori hanno annunciato l'assemblea nazionale dei call center, il 9 settembre a Roma: parteciperanno operatori di Torino, Bologna, Livorno, Milano, Catania, Sassari. All'assemblea era presente anche l'autore teatrale Ascanio Celestini, che durante la Notte Bianca del 9 settembre terrà a Cinecittà uno spettacolo con Moni Ovadia, Marco Paolini, Sabina Guzzanti, Andrea Rivera e i Tetes de Bois sulla vicenda Atesia.

 

 

Il Manifesto – 29 agosto 2006