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[ Dicono di noi > La risposta di Simona Panziono candidata dei Senza Volto, venerdì 30 set 2005 ]

Accordo Armonizzazione 3/07/2009

Mobilità lunga e Accordi 19/02/2007

Proposta rsu per Almaviva Green

La risposta di Simona Panzino candidata dei Senzavolto

 

 

Al Coordinamento nazionale RSU gruppo Finsiel

 

Cari compagni e care compagne,

noi non guideremo il prossimo governo del paese né saremo seduti nel parlamento. Vi rispondiamo da senza volto a senza volto, poiché pensiamo che questa sia la condizione nella quale si trovano molti lavoratori oggi: senza diritti, senza voce, senza futuro.

Ci fate tre domande e, se non vi dispiace, noi ribalteremo l’ordine delle risposte. Cominceremo cioè dall’ultima per un motivo semplice che certo non vi sfuggirà: le cose cambieranno soltanto se avremo la forza e la capacità di farle cambiare. Perciò ottenere una legge sulla rappresentanza che rompa il monopolio del sindacalismo confederale sulla rappresentanza dei lavoratori e riporti i diritti sindacali nelle mani dei lavoratori è una battaglia importantissima. Da quanti anni è che si dice in migliaia: i contratti devono essere sottoposti al referendum tra tutti i lavoratori. E chi sono i più acerrimi nemici di questo elementare principio di democrazia? i sindacati confederali. Bene, la nostra risposta alla terza domanda è quindi - si, serve una legge sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro ed è necessario introdurre una sorta di obbligo che tutti gli accordi o contratti siano sottoposti all’approvazione dei lavoratori, compresi naturalmente i tanti a contratto atipico.

Sulla seconda domanda, non ci sono dubbi-la legge va abrogata, poiché nasce da una filosofia che si è rivelata insopportabile per tutti i lavoratori, secondo cui a maggiore flessibilità corrisponderebbe più competitività e quindi maggiore ricchezza per tutti. Sappiamo purtroppo che l’aumento della flessibilità si è tradotto nella trasformazione di lavori a tempo indeterminato in lavori precari, abbassando la soglia dei diritti e le condizioni salariali per migliaia di lavoratori. La flessibilità semmai deve essere una scelta per il lavoratore, non un obbligo. Noi siamo convinti che accanto all’abolizione della legge 30 e delle misure contenute nel più vecchio pacchetto-Treu si debba passare anche alla rapida introduzione di un reddito sociale, che costituirebbe una forma di rafforzamento contrattuale per i lavoratori e ne ridurrebbe la ricattabilità sul mercato del lavoro. Chi pensa che il reddito sociale sia una rivendicazione che non è inerente alle condizioni di lavoro secondo noi sbaglia, perché è proprio la precarietà del reddito la condizione che ha indebolito i lavoratori come movimento mettendoli in condizione di ricatto. E’ da questo ricatto che dobbiamo uscire, introducendo forme di reddito che ci diano la forza e la tranquillità per difendere i nostri diritti.

Infine, veniamo alla terza domanda che poi era la prima. Declino? Non ci sembra che questo paese sia in declino. I dati degli istituti statistici ci dicono che è cresciuta la parte ricca e si è allargata la parte povera. I ricchi guadagnano di più, i poveri di meno. E’ in estrema sintesi la storia del nostro paese in questi ultimi vent’anni. Noi diciamo: è ora di riprenderci quello che ci hanno tolto. Quindi redistribuzione della

ricchezza: più salario, reddito sociale, paghi le tasse chi non le ha mai pagate, fisco progressivo, tassazione delle rendite, controllo sui prezzi. E poi rilancio dell’economia pubblica sulla casa, i servizi essenziali (salute, mobilità, istruzione) e la ricerca. Se invece per declino qualcuno si riferisce alla riduzione dei posti di lavoro noi diciamo che è questo quello che si voleva ottenere in questi anni con l’introduzione di nuove tecnologie:

ridurre i posti di lavoro. Le imprese si sono trasformate e sono dimagrite esattamente come volevano, aumentando i capitali da utilizzare nel mercato finanziario. Per combattere questi sciacalli non serve chiedere nuovi posti di lavoro ma farsi dare indietro quello che ci hanno tolto, rivendicandone una diversa distribuzione.

Naturalmente non è semplice, e non ci sentiamo di avere la ricetta giusta.

Abbiamo le nostre idee ma siamo anche consapevoli che contano più i fatti che saremo in grado di produrre, tutti insieme e ognuno per la propria parte.

Forse una buona idea sarebbe quella di incontrarci e decidere cosa fare insieme. Pensateci!

Siamo realisti, vogliamo l’impossibile. Vi abbracciamo con affetto, forza compagni e compagne.

 

Senza Volto

 

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www.senzavolto.org

senzavolto@amisnet.org

info e segreteria: 3401960390

 

 

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