TFR IN BUSTA PAGA ?

TFR IN BUSTA PAGA ?

 

È stato emanato il decreto attuativo che definirà precisamente le regole di funzionamento del nuovo meccanismo introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, in base al quale i lavoratori del settore privato, con un’anzianità di servizio di almeno 6 mesi, possono scegliere di ricevere in busta paga la quota del TFR maturata mensilmente (vedi comunicazione aziendale di oggi).

 

Si ricorda che tale scelta, una volta effettuata, non può essere revocata e resta in vigore fino al 30 giugno 2018.

 

Semplificando al massimo si può dire che abbiamo di fronte due possibilità:

  • continuare ad accantonare il TFR in maturazione, mantenendolo in azienda (in pratica viene “custodito” nel Fondo Tesoreria della Stato presso l’INPS) e/o nel Fondo pensionistico a cui eventualmente si aderisce (nel caso del CCNL metalmeccanico si tratta del Fondo Cometa) e conservando sia la tassazione agevolata sia i criteri di rivalutazione/rendimento previsti
  • incassare subito, mese per mese, il TFR in maturazione, perdendo però (fino al 30 giugno 2018) accantonamento e rivalutazione e passando al regime di tassazione ordinaria (per quantificare: nel caso di uno stipendio di circa 1.200 euro netti, il TFR in busta paga comporta un aumento di stipendio di circa 70 euro).

 

Lo “svantaggio” fiscale del TFR in busta paga è evidente:

  • il TFR, al momento della liquidazione, viene tassato con un’aliquota agevolata che va dal 23 al 27% (a seconda dell’età anagrafica, degli anni di lavoro, ecc)
  • il TFR in busta paga viene tassato con l’aliquota progressiva ordinaria (23%, 27%, 38%, …)

 

In pratica, dal punto di vista esclusivamente fiscale, la scelta del TFR in busta paga conviene sicuramente a chi ha un reddito annuo fino a 15.000 euro lordi (aliquota 23%), è più o meno in equilibrio per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro (aliquota 27%) mentre è certamente svantaggiosa per i redditi superiori a 28.000 euro (aliquota 38%).

 

Per le penalizzazioni su detrazioni, assegno nucleo familiare e ISEE rimandiamo al precedente comunicato Rsu del 12 febbraio 2015.

 

Per concludere è importante sottolineare due aspetti generali:

 

  • con il TFR in busta paga il Governo ha aperto un nuovo canale per le entrate fiscali dello Stato perché una tassazione differita nel tempo (e agevolata) è diventata in parte una tassazione immediata (spesso superiore alla precedente) con l’effetto di aumentare le entrate correnti;

 

  • il TFR in busta paga – insieme all’aumento della tassazione dei rendimenti, passata dal 11,5% al 20% con l’ultima Legge di Stabilità – colpisce direttamente la previdenza integrativa; con questa doppia penalizzazione su contributi e rendimenti il Governo ha fatto il contrario di quanto sarebbe necessario ovvero favorire e rafforzare il sistema dei fondi pensione contrattuali (come il Fondo Cometa) che, in questi anni, si sono dimostrati un efficace strumento di tutela del risparmio e di sostegno alle prestazioni previdenziali.

 

 

Roma, 24 marzo 2015                               RSU Almaviva Roma