Quale futuro per il gruppo AlmavivA

Quale futuro per il gruppo AlmavivA

Il gruppo AlmavivA è nato nel 2005 quando il gruppo COS (contact center; 17.000 dipendenti), di proprietà della famiglia Tripi, ha acquisito il gruppo Finsiel (informatica; 3.000 dipendenti), controllato dalla Telecom. Oggi il gruppo occupa più di 22.000 lavoratori, di cui oltre 12.000 in Italia. Il fatturato 2011 del gruppo è di 730 milioni di euro; più di 400 derivano dalle attività informatiche di AlmavivA SpA, l’azienda capogruppo.

Il settore ICT e la crisi

Il settore ICT in Italia non naviga in acque tranquille: la crisi è iniziata nel 2008-2009, in 4 anni il fatturato globale delle aziende del settore è sceso del 12% e anche le previsioni per il 2013 sono negative. La crisi ha riguardato sia il comparto delle TLC sia quello dell’IT, quest’ultimo in maniera più significativa (-16,5%). Nel caso dell’IT il peggioramento ha riguardato tutti i settori, dalla vendita di hardware alla produzione di software e alla realizzazione di sistemi e servizi IT (info e dati tratti dal Rapporto Assinform 2012).

Il gruppo AlmavivA, il sindacato e la crisi

Il mantenimento di corrette relazioni industriali e il ruolo attivo e propositivo dei sindacati metalmeccanici e delle Rsu ha sicuramente consentito ad AlmavivA di contenere gli effetti della crisi, anche migliorando fatturato e margini.

In questi anni infatti sono stati definiti accordi che, sempre in un’ottica solidaristica, hanno previsto il ricorso alla mobilità volontaria, alla cassa integrazione ordinaria, alla sospensione temporanea di accordi, ai Contratti di Solidarietà attualmente in vigore, che riguardano la gran parte dei lavoratori e consentono all’azienda di “risparmiare” più di dieci milioni di euro l’anno. Su proposta del sindacato e della Rsu è stato anche avviato un progetto di trasformazione dell’azienda in senso ecosostenibile e di riduzione dei consumi energetici (progetto AlmavivA Green).

Il gruppo AlmavivA e le banche

La crisi del settore e il ritardo nei pagamenti da parte della PA hanno spinto AlmavivA a rivolgersi a un pool di banche che, nell’estate 2012, ha erogato un nuovo finanziamento, vincolandolo al rispetto di obiettivi economico-finanziari particolarmente gravosi a causa dell’attuale contesto.

La disdetta degli accordi aziendali per AlmavivA

Il 18 dicembre 2012 – dopo una trattativa brevissima, senza aver dato risposte chiare sul piano industriale e senza aver discusso di altri possibili interventi di riduzione dei costi – l’azienda ha interrotto il confronto con i sindacati metalmeccanici e con le Rsu e ha comunicato la disdetta unilaterale di tutti gli accordi aziendali in vigore.

Quale futuro per il gruppo AlmavivA?

Dopo assemblee molto partecipate e dopo il primo sciopero che ha avuto un’adesione superiore all’80%, la mobilitazione ora prosegue sia con iniziative di lotta sia con iniziative legali ma noi continuiamo a credere che l’unica strada percorribile sia quella del confronto, con l’obiettivo di individuare una soluzione equa e non punitiva per i lavoratori, all’interno di un piano industriale credibile e condiviso.

L’azienda rinunci agli atti unilaterali e riapra la trattativa!

Roma, 30 gennaio 2013                    RSU AlmavivA

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(*) Volantino distribuito nel corso dell’iniziativa “Customer Centric Experience”, promossa da Almaviva e Almawave all’Auditorium del Museo MAXXI di Roma il 30 gennaio 2013.