RSU Finsiel – Comunicato di giovedì 16 giu 2005

Domanda: Come mai avete scelto COS per cedere Finsiel? Risposta: “Abbiamo apprezzato il progetto. Il piano che ci è stato presentato preserva capacità industriale e struttura”. (25.02.05 – Corriere della Sera – Intervista a Carlo Buora)

 

INFORMATICA FINSIEL

NON SI UCCIDONO COSI’ ANCHE I CAVALLI ?

 

Ve lo ricordate quel film di Sidney Pollack in cui Jane Fonda, bellissima, finiva uccisa dall’indifferenza e dagli egoismi che la circondavano? La Finsiel è molto meno bella di Jane Fonda ma rischia di fare la stessa fine.

 

Il 24 febbraio scorso la Telecom ha annunciato che Cos si è aggiudicata la gara per l’acquisizione del gruppo Finsiel. Entro la fine di giugno è previsto il closing dell’operazione, con lo scambio azionario che sancirà l’effettivo passaggio del gruppo Finsiel da Telecom a Cos.

 

Ombre e nebbia

                                              

Si è trattato di un’asta privata “a inviti”, patrocinata da Bruno Ermolli, per dismettere Finsiel (14 aziende, 4.000 dipendenti), il più grande gruppo italiano nel settore dell’Information Technology; la Cos, dell’ingegner Alberto Tripi, ha sbaragliato il campo, superando concorrenti del calibro di Accenture, Eds, Engineering, HP e Siemens; la gara è stata aggiudicata a un prezzo più basso di quello di partenza, dopo che quasi tutte le altre aziende si erano ritirate… E ora Cos (call center, 210 milioni di fatturato), con l’appoggio di Interbanca, si prepara ad inglobare Finsiel (servizi IT, 670 milioni di fatturato).

 

Egoismi e indifferenza

 

Contando sull’inerzia del Governo, Marco Tronchetti Provera, dopo aver smantellato la struttura produttiva e saccheggiato finanze e risorse del gruppo Finsiel, ha deciso di mettere in liquidazione un patrimonio industriale che, per dimensioni e fatturato, è ancora al primo posto nel settore dei servizi IT in Italia. Da più di sei mesi, e cioè da quando è iniziata la farsa della trattativa, la Telecom si è sempre negata al confronto, richiesto unitariamente dai sindacati e sollecitato a più riprese dal mondo politico e dalle istituzioni. Il 12 maggio il Senato ha approvato all’unanimità la “mozione Falomi” che contiene precisi impegni per il Governo nei confronti dell’informatica (adottare un programma per il rilancio del settore, sostenere la realizzazione di un polo nazionale, vincolare la vendita del gruppo Finsiel, aprire un tavolo di confronto istituzionale coinvolgendo tutti i soggetti coinvolti) ma quegli impegni, evidentemente non sostenuti da una reale  e generale volontà politica, sono rimasti lettera morta.

 

La politica ritorni protagonista!

 

Approfittiamo dell’occasione di questo importante incontro, che pone al centro dell’attenzione i temi dell’innovazione, del contesto legislativo e delle prospettive industriali dell’ICT, per denunciare i rischi incombenti non solo sui lavoratori del gruppo Finsiel ma sugli equilibri dell’intero settore ICT nazionale.

 

L’operazione Cos+Finsiel non ha le gambe né i soldi per camminare, viene avviata senza il sostegno di un piano industriale degno di questo nome e si poggia sulle dichiarazioni altisonanti di Tripi (acriticamente rilanciate dalla stampa e da qualche politico di casa nostra) che non fanno i conti con la realtà del mercato e con la situazione del settore.  E’ grottesco – ma forse non tanto, se consideriamo il panorama generale del paese – che, a cessione non ancora compiuta, siano già in vista le prime operazioni di spezzatino industriale che riguarderebbero alcune delle principali aziende del gruppo.

 

Questa prospettiva può essere contrastata e corretta solo se la politica torna a far sentire la propria voce e ritrova la capacità di intervenire concretamente per fermare il progressivo declino industriale del paese. E’ questo che i lavoratori chiedono al mondo politico e dalle istituzioni.

 

Coordinamento RSU del gruppo Finsiel

 

(fotocopiato in proprio – 16.06.2005)